Assocontact ha ufficializzato la volontà di uscire dal contratto delle TLC a far data dal primo di agosto, senza però aver chiaro a quale contratto aderire. A partire da Network Contact, tutta una serie di piccole aziende aderenti a questa associazione datoriale, più Covisian, hanno formalizzato l’uscita dal contratto maggiormente rappresentativo del settore.
Lo fa attraverso una lettera che conferma come, alla fine, questi imprenditori stiano cercando solo ed esclusivamente di risparmiare sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori.
Leggendo con attenzione i motivi alla base della crisi del settore, secondo l’analisi fornita da questa associazione minoritaria nel settore, viene da chiedersi se ci si ritrovi innanzi ad uno scherzo o cos’altro. Davvero pensano di trovare un contratto che risponda al problema dell’alta tassazione per il lavoro dipendente vigente in Italia? O che abbassi i costi dell’energia, dell’infrastruttura o delle sedi? o che aumenti i volumi di traffico?
La chicca, oggettivamente più fantasiosa, è il punto in cui ci si lamenta delle “crescenti richieste di flessibilità organizzativa ed operativa dei committenti, non adeguatamente supportate da istituti giuslavoristici in grado di dare agli outsourcer il giusto grado di autonomia organizzativa…”.
Cosa cercano dunque questi signori? Abbassare il costo del lavoro e precarizzare le condizioni, rendendo la prestazione qualcosa di drammaticamente vicino al lavoro a chiamata o alla collaborazione?
L’unica cosa positiva di questa lettera è che si è finalmente chiarito un equivoco. Altro che modelli olivettiani!!!
Non lasceremo la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo delle telecomunicazioni in balia di nessun ricatto o minaccia. Il settore delle TLC tutto attraversa una fase di profonda ristrutturazione che non ci sfugge, ma se qualcuno pensa di imporre con l’arroganza scelte di politica salariale scellerate sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori si sbaglia di grosso.
Il concetto di “futuro” di alcuni soggetti sembra assomigliare troppo ad un passato che, non solo non risolve i problemi, ma scarica sui lavoratori le inadeguatezze di un comparto.
Ci attiveremo fin da subito con tutte le istituzioni, dalle quali qualcuna di queste aziende sta attingendo abbondante denaro pubblico, per stigmatizzare tutto questo. Richiameremo a responsabilità sociale e coerenza contrattuale la committenza, soprattutto alla luce delle ultime novità legislative in materia di appalti e contratti applicati. Gioverebbe ricordare che il massimo ribasso si consuma perché un committente lo richiede ma anche, e soprattutto, perché i fornitori lo accettano.
Il mondo dei customer in outsourcing dovrebbe fare un esame di coscienza per la concorrenza dissennata che ha animato il loro agire in questi anni. Noi a questo gioco non ci stiamo e verificheremo già nelle prossime ore la posizione di Asstel e dei loro associati. Chiediamo pertanto un incontro immediato al Presidente. Se qualcuno vuole sabotare la trattativa per il rinnovo del CCNL TLC avrà le risposte che merita.
Roma, 29 aprile 2024
Le Segreterie Nazionali
SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL